10 giugno 2015

Dossier Libertà Controllata

Polizia, potere politico e movimenti per i diritti umani e civili (1945-2000)

di Andrea Maori
edizioni Reality Book by AGP srl 2012 – Roma


Il libro di Andrea Maori è un’importante testimonianza storica dei movimenti, delle associazioni, delle organizzazioni, sorte in Italia già nell’immediato dopoguerra, che hanno lottato per l’affermazione e la diffusione dei diritti umani e civili nel nostro paese.

Il materiale che documenta le attività, le modalità organizzative, le caratteristiche di tali movimenti è per lo più quello fornito dalle relazioni di polizia, inviate al Ministero dell’Interno, le note, i telex, su tali movimenti/associazioni, compresa Amnesty International: l’Archivio Centrale dello Stato contiene interessanti informazioni da parte degli organi di polizia che, soprattutto negli anni di poco successivi al Fascismo, ma non solo, hanno controllato, vigilato e schedato personaggi e organizzazioni ritenuti scomodi o pericolosi o semplicemente da monitorare.  Tali movimenti, nati spontaneamente e informali, spesso non hanno lasciato tracce significative di documentazione archivistica propria; per questo le relazioni di funzionari di questure e/o prefetture su assemblee, manifestazioni, volantini, rivendicazioni sono a volte l’unica testimonianza diretta dell’attività e delle modalità organizzative dei comitati, delle leghe, delle associazioni sorte a partire dal 1946.
Andrea Maori

Come sottolinea nella Prefazione Antonio Marchesi, Presidente della sezione italiana di Amnesty International, i gruppi di Amnesty in Italia furono visti dalle autorità italiane come una “strana creatura”; Amnesty infatti, si legge nei documenti d’archivio, “ha posizioni autonomiste nei confronti dei partiti e delle organizzazioni sindacali” e “si limita alla raccolta di firme”.


Antonio Marchesi
Pur essendo molto diversi tra loro tutti i movimenti hanno avuto in comune la lotta per i diritti umani e civili: dal diritto di libertà religiosa (le religioni acattoliche per molti anni furono discriminate e ostacolate), all’affermazione del diritto all’esonero dall’ora di religione nelle scuole e più in generale alla lotta per la laicità dello stato; dal diritto di poter divorziare (movimenti divorzisti sorgono già nel 1946, né mancarono gruppi di sacerdoti censurati dalle autorità diocesane perché a favore del divorzio) a quello di poter obiettare al servizio militare (non poche furono le persone che pagarono con il carcere la loro scelta non violenta e antimilitarista per motivi politici o religiosi); dal diritto di poter usare mezzi contraccettivi (l’articolo 553 del codice penale ne vietava l’uso) al diritto all’aborto; dai diritti delle persone Lgbt alla lotta contro la tortura ed i maltrattamenti nelle carceri italiane.

Il libro di Maori offre quindi un’ampissima panoramica e un quadro generale su uno spaccato del vissuto di chi ha lottato e lotta per la diffusione della cultura dei diritti umani nel nostro paese con testimonianze inedite e particolari che stupiscono il lettore. Da leggere.

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