Bibata Ouedraogo, Su Changlang, Eren Keskin, Máxima Acuña, Helen Knott sono tutte difensore dei diritti umani che hanno deciso di dedicare la propria vita alla battaglia quotidiana per la realizzazione dei diritti umani di tutte e tutti noi.
Loro difendono i nostri diritti, noi dobbiamo difendere il loro spazio d’azione, contribuendo a creare un ambiente sicuro e idoneo in cui sia possibile difendere e promuovere i diritti umani senza timore di punizioni, rappresaglie o intimidazioni.
Perché non ci siano altre donne che muoiono per aver difeso i diritti umani - come la coraggiosa Berta Càceres, uccisa il 3 marzo 2016 per il suo lavoro in difesa della terra e dei diritti della comunità nativa in Honduras - chiediamo che il Governo italiano riconosca il ruolo di coloro che difendono i diritti umani e in particolare quello delle donne, che spesso affrontano rischi aggiuntivi sia per il loro genere che per i diritti contestati che rivendicano. Inoltre, chiediamo che il nostro Governo si adoperi, sia attraverso le sue missioni all’estero che sul nostro territorio, con azioni concrete a favore delle difensore a rischio, legittimandole, proteggendole e promuovendo il loro lavoro in Italia e all’estero.
L’appello al Governo italiano per le “donne che hanno coraggio” verrà presentato dagli attivisti del gruppo Amnesty di Rovereto e Alto Garda
venerdì 10 marzo alle 21 ad Arco presso il Centro Giovani Cantiere 26
in occasione dello spettacolo teatrale
“TI LASCIO PERCHÉ HO FINITO L’OSSITOCINA”, di e con Giulia Cont, per la regia di Francesca Lo Bue.
Oltre a firmare l’appello (disponibile anche online), il pubblico potrà realizzare degli origami a forma di fiore dedicati alle cinque difensore dei diritti umani. Abbiamo deciso di dedicare loro un fiore che le rappresenti, simbolo del coraggio di cinque donne e di cinque diritti violati.
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